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L’ARCO

I

l ramo di un olmo, robusto e flessibile, un po’ di corda, un altro rametto, di ulivo, appuntito da una  parte e con una tacca dall’altra, ti trasformavano in un batter d’occhio in un abile arciere.

Si legavano bene i due capi della corda alle estremità del ramo, si inseriva la cocca del rametto, si tirava con forza verso il petto e poi si lasciava partire la freccia verso il bersaglio.

Si gareggiava anche a chi mandava la freccia più lontano.

Il valore dell’arco di legno con la freccia di legno era assai inferiore a quello dell’arco di metallo, costruito con le stecche degli ombrelli vecchi.     

Che emozione nel vedere il dardo di ferro infilarsi nel legno di una porta e vibrare proprio sul centro del bersaglio!