home

 

Una poesia al giorno

 
 

31 ottobre 2006

Dante Alighieri, Rime

XIV

Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch'ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;

si' che fortuna o altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse 'l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch'é sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore

e quivi ragionar sempre d'amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come 'i credo che saremmo noi.

 

30 ottobre 2006

Gabriele D'Annunzio, Rime disperse e stravaganti

Ella si ferma...
I

Ella si ferma a cogliere
tra l'erbe de 'l rialto
un mazzo di ranuncoli
selvatici: dall'alto

sopra il capo le pendono
graspi di biancospino...
Pure, non so, ne l'abito
chiaro, con l'ombrellino

scarlatto e la gran paglia
che le difende gli occhi
da 'l sole, tutta a fiocchi
rossi, tra la ramaglia

bizzarra, ne la vivida
luce meridiana,
par dipinta su un piccolo
piatto di porcellana.

28 ottobre 2006

Francesco Petrarca, Canzoniere

III

Era il giorno ch'al sol si scoloraro
per la pietà del suo factore i rai,
quando i' fui preso, et non me ne guardai,
ché i be' vostr'occhi, donna, mi legaro.

Tempo non mi parea da far riparo
contra colpi d'Amor: però m'andai
secur, senza sospetto; onde i miei guai
nel commune dolor s'incominciaro.

Trovommi amor del tutto disarmato
ed aperta la via per gli occhi al core,
che di lagrime son fatti uscio et varco:

però al mio parer non li fu honore
ferir me de saetta in quello stato,
a voi amata non mostrar pur l'arco.
 

 

27 ottobre 2006

Mogol (+Battisti+Lauzi)
Amore caro, amore bello

Sincera, come l'acqua di un fiume di sera
trasparente eppur sembri nera
amore caro, amore bello: non ti voglio più.
Ho visto cattedrali di luce nel cuore
troppo sole può fare morire
amore caro, amore bello: non ti voglio più.
Un uomo?...ma chi è,
non dire che assomiglia a me.
Le mani...non le ha,
oppure sì, e poi cos'ha?
Io muoio, io se lascio te son solo,
ma insieme a te
io vedo che un fantasma c'è.
Ma cosa accade,
tu non parli e non piangi stasera
come un bimbo mi guardi severa
io soffro tanto,
tanto ma tanto, non ci credi
eppure forse hai ragione
che strano,
d'improvviso mi sento Arlecchino
rido, ballo e ti prendo per mano
amore caro, amore bello, amore mio.

26 ottobre 2006

Bertolt Brecht
Da leggere il mattino e la sera

Quello che amo
mi ha detto
che ha bisogno di me.

Per questo
ho cura di me stessa
guardo dove cammino e
temo che ogni goccia di pioggia
mi possa uccidere.
 

 

25 ottobre 2006

Jacques Prévert
Cet amour

Cet amour

Si violent

Si fragile

Si tendre

Si désespéré

Cet amour

Beau come le jour

Et mauvais comme le temps

Quand le temps est mauvais

Cet amour si vrai

Cet amour si beau

Si heureux

Si joyeux

Et si dérisoire

Tremblant de peur comme un enfant dans le noir

Et si sûr de lui

Comme un homme tranquille au milieu de la nuit

Cet amour qui faisait peur aux autres

Qui les faisait parler

Qui les faisait blêmir

Cet amour guetté

Parce que nous les guettions

Traqué blessé piétiné achevé nié oublié

Parce que nous l'avons traqué blessé piétiné achevé nié oublié

Cet amour tout entier

Si vivant encore

Et tout ensoleillé

C'est le tien

C'est le mien

Celui qui a été

Cette chose toujours nouvelle

Et qui n'a pas changé

Aussi vraie qu'une plante

Aussi tremblante qu'un oiseau

Aussi chaude aussi vivante que l'été

Nous puovons tous les deux

Aller et revenir

Nous pouvons oublier

Et puis nous rendormir

Nous réveiller souffrir vieillir

Nous endormir encore

Rêver à la mort

Nous éveiller sourire et rire

Et rajeunir

Notre amour reste là

Têtu comme une bourrique

Vivant comme le désir

Cruel comme la mémoire

Bête comme les regrets

Tendre comme le souvenir

Froid comme le marbre

Beau comme le jour

Fragile comme un enfant

Il nous regarde en souriant

Et il nous parle sans rien dire

Et moi je l'écoute en tremblant

Et je crie

Je crie pour toi

Je crie pour moi

Je te supplie

Pour toi pour moi et pour tous ceux qui s'aiment

Et qui se sont aimés

Oui je lui crie

Pour toi pour moi et pour tous les autres

Que je ne connais pas

Reste là

Là où tu es

Là où tu étais autrefois

Reste là

Ne bouge pas

Ne t'en va pas

Nous qui sommes aimés

Nous t'avons oublié

Toi ne nous oublie pas

Nous n'avions que toi sur la terre

Ne nous laisse pas devenir froids

Beaucoup plus loin toujours

Et n'importe où

Donne-nous signe de vie

Beaucoup plus tard au coin d'un bois

Dans la forêt de la mémoire

Surgis soudain

Tends-nous la main

Et sauve-nous.  

Questo amore

 

Questo amore

Così violento

Così fragile

Così tenero

Così disperato

Questo amore

Bello come il giorno

E cattivo come il tempo

Quando il tempo è cattivo

Questo amore così vero

Questo amore così bello

Così felice

Così gaio

E così beffardo

Tremante di paura come un bambino al buio

E così sicuro di sé

Come un uomo tranquillo nel cuore della notte

Questo amore che impauriva gli altri

Che li faceva parlare

Che li faceva impallidire

Questo amore spiato

Perché noi lo spiavamo

Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato

Questo amore tutto intero

Ancora così vivo

E tutto soleggiato

È tuo

È mio

È stato quel che è stato

Questa cosa sempre nuova

E che non è mai cambiata

Vera come una pianta

Tremante come un uccello

Calda e viva come l'estate

Noi possiamo tutti e due

Andare e ritornare

Noi possiamo dimenticare

E quindi riaddormentarci

Risvegliarci soffrire invecchiare

Addormentarci ancora

Sognare la morte

Svegliarci sorridere e ridere

E ringiovanire

Il nostro amore è là

Testardo come un asino

Vivo come il desiderio

Crudele come la memoria

Sciocco come i rimpianti

Tenero come il ricordo

Freddo come il marmo

Bello come il giorno

Fragile come un bambino

Ci guarda sorridendo

E ci parla senza dir nulla

E io tremante l'ascolto

E grido

Grido per te

Grido per me

Ti supplico

Per te per me per tutti coloro che si amano

E che si sono amati

Sì io gli grido

Per te per me e per tutti gli altri

Che non conosco

Fermati là

Là dove sei

Là dove sei stato altre volte

Fermati

Non muoverti

Non andartene

Noi che siamo amati

Noi ti abbiamo dimenticato

Tu non dimenticarci

Non avevamo che te sulla terra

Non lasciarci diventare gelidi

Anche se molto lontano sempre

E non importa dove

Dacci un segno di vita

Molto più tardi ai margini di un bosco

Nella foresta della memoria

Alzati subito

Tendici la mano

E salvaci.

 

24 ottobre 2006

Paolo Conte
Genova per noi

Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.
Eppur parenti siamo un po'
di quella gente che c'è lì
che in fondo in fondo è come noi selvatica
ma che paura che ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte
e non sta fermo mai.
Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna
Genova, dicevo, è un'idea come un'altra
la...la la la la la la.
Ma quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l'annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po' randagi ci sentiamo noi.

Macaia, scimmia di luce e di follia
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia.
E intanto nell'ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.
I un'immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise.
Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' cos'
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova.
Ah! Ah! Ah! Ah!

23 ottobre 2006

August Von Platen

Chi ha guardato negli occhi la Bellezza
è consacrato a una funesta sorte:
ogni urgenza del vivere disprezza
e più angosciato sarà dalla morte
chi ha guardato negli occhi la Bellezza.

È una pena che dura per la vita
quella d'amare, ed è folle speranza
d'esser più forti di quella ferita:
quando la Bellezza in noi ha preso stanza
è una pena che dura tutta la vita.

Come una fonte vorrebbe languire
e suggere il veleno ad ogni brezza
e la morte dei fiori assorbire:
chi ha guardato nel volto la Bellezza
come una fonte vorrebbe languire.

20 ottobre 2006

William Shakespeare, Sonetti (trad. A. Serpieri)

47

Tra il mio occhio e il mio cuore viene fatto un accordo
e ora ognuno rende all' altro buoni servigi:
quando il mio occhio è affamato di uno sguardo
o il cuore innamorato soffoca nei sospiri,
allora il mio occhio si pasce del ritratto del mio amore
e al dipinto banchetto invita il mio cuore;
un' altra volta, il mio occhio è ospite del mio cuore
e dei suoi pensieri d'amore condivide una parte.
Così, o per il tuo ritratto o per il mio amore,
benché lontano, tu sei tuttavia con me presente;
perché muoverti non puoi più in là dei miei pensieri,
e io sto sempre con loro, e loro con te;
o se dormono, il tuo ritratto alla mia vista
sveglia il mio cuore a deliziare cuore e occhio.
 

19 ottobre 2006

Pablo Neruda, Poesie d'amore e di vita
XII
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua libertà bastano le mie ali.
Dalla mia bocca arriverà fino al cielo
ciò che stava sopito sulla tua anima.

È in te l'illusione di ogni giorno.
Giungi come la rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
Eternamente in fuga come l'onda.

Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Come quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.

Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.

lo mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.

18 ottobre 2006

Luigi Tenco

 Mi sono innamorato di te

Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare
il giorno volevo qualcuno da incontrare
la notte volevo qualcuno da sognare.
Mi sono innamorato di te perché non potevo più stare solo
il giorno volevo parlare dei miei sogni
la notte parlare d'amore.
Ed ora che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire
e non so più pensare a niente altro che a te.
Mi sono innamorato di te
e adesso non so neppure io cosa fare
il giorno mi pento di averti incontrata
la notte ti vengo a cercare.

 

17 ottobre 2006

Catullo, Le poesie

 LI

Ille mi par esse deo videtur,
Ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audit
dulce ridentem, misero quod omnis
eripit sensus mihi; nam simul te,
Lesbia, aspexi, nihil est super mi
[vocis in ore]
lingua sed torpet, tenuis sub artus
flamma demanat, sonitu suopte
tintinant aures, gemina teguntur
lumina nocte.

 

16 ottobre 2006

Stéphane Mallarmé, Poesies

 Salut

Rien, cette écume, vierge vers
A ne désigner que la coupe;
Telle loin se noie une troupe
De sirènes mainte à l'envers.

Nous naviguons, o mes divers
Amis, moi déjà sur la poupe
Vous l'avant fastueux qui coupe
Le flot de foudres et d'hivers;

Une ivresse belle m'engage
Sans craindre méme son tangage
De porter debout ce salut

Solitude, récif, étoile
A n'importe ce qui valut
Le blanc souci de notre toile.

Traduzione di Luciana Frezza

Brindisi

Nulla, una schiuma, vergine verso
solo a indicare la coppa;
così al largo si tuffa una frotta
di sirene, taluna riversa.

Noi navighiamo, o miei diversi
amici, io digià sulla poppa
voi sulla prora fastosa che fende
il flutto di lampi e d'inverni;

una bella ebbrezza mi spinge
né temo il suo beccheggiare
in piedi a far questo brindisi

solitudine, stella, scogliera

a tutto quello che valse
il bianco affanno della nostra vela.

 

13 ottobre 2006

 Fabrizio De André

Amore che vieni, amore che vai

Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi, da me tornerai.

E tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese, fra un anno scordate le avrai
amore che vieni, da me fuggirai.

Venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai.

 

12 ottobre 2006

 Eugenio Montale, Ossi di seppia

In limine

Godi se il vento ch' entra nel pomario
vi rimena l'ondata della vita:
qui dove affonda un morto
viluppo di memorie,
orto non era, ma reliquario.

Il frullo che tu senti non è un volo,
ma il commuoversi dell'eterno grembo;
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo.

Un rovello è di qua dall'erto muro.
Se procedi t'imbatti
tu forse nel fantasma che ti salva:
si compongono qui le storie, gli atti
scancellati pel giuoco del futuro.

Cerca una maglia rotta nella rete.
 che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
 Va, per te l'ho pregato, - ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine...