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FRA' GIOACCHINO "Che giornata splendida!", disse Antonietta mentre
spalancava la finestra della sua cameretta. Il cielo era terso e l'aria
frizzante in quel mattino di giugno, e una gazza le augurò il buongiorno
spostandosi rapida da un albero all'altro. Antonietta s'attardò ad ascoltare
il silenzio che circondava la casa, costruita ai margini di un bosco. Poi
scese in cucina, dove la nonna sessantenne le stava già preparando la
colazione. La ragazzina le si avvicinò, le dette un bacio e le chiese come
stava. La nonna le rispose con una voce profonda, da uomo. Antonietta,
stupita, volle sapere dalla nonna perché aveva parlato in quel modo e lei,
usando la sua vera voce,da donna, disse soltanto: "Fra' Gioacchino" e non
aggiunse altro. Man mano che i giorni passavano, nonna Elisabetta diventava sempre più
strana: cambiava voce continuamente; preannunciava gli eventi futuri; si
preoccupava del marito che stava in America, dicendo di "sentire" che stava
poco bene. I figli e la gente del luogo vollero che spiegasse il suo strano
comportamento ed Elisabetta confessò di essere la reincarnazione di un
monaco di un paese vicino. Fra' Gioacchino ed Elisabetta convissero per molti anni fino alla
morte della donna, che avvenne all'età di ottant'anni. Prima di morire,
consigliò alla figlia Concetta di cambiare casa al più presto, altrimenti le
sarebbe accaduta una disgrazia. Dopo la morte della madre, Concetta si
trasferì in un'altra abitazione. Non passò una settimana e la sua vecchia
casa, inspiegabilmente, crollò. La gente del paese ora crede che l'anima di fra' Gioacchino sia entrata nel corpo di un'altra persona e che anche a questa abbia donato l'energia dei trent'anni. |
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