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E l'altro terremoto arrivò la sera del 23 settembre 1980. Fu disastroso altrove, lieve qui da me, ma entrai comunque nell'elenco dei destinatari dei fondi per la ricostruzione. E così nel 1988 iniziarono a ricostruirmi. Due anni dopo miracolosamente le pietre grigie del mio capo si erano trasformate in rossi mattoni: una ferita sanguinante rimane e forse rimarrà sul mio corpo ad imperituro ricordo del prodigioso restauro. Allora, fui anche dotata di una scala in ferro esterna, di una scala in ferro interna e di un cappello in plexiglass, che mi fa tanto vecchia vanitosa. Questo è il mio passato. Il presente lo vivo con soddisfazione, perché mi vedo al centro dell'attenzione dei grandi e dei piccoli, mi sento studiata, curata e sottoposta a continui interventi estetici. Oggi, dicembre 2004, sono già avviati i lavori di restauro del palazzo Caracciolo e, quindi, prevedo che il mio futuro sarà ancora più sereno e luminoso. Temo soltanto che i turisti che verranno a Casalbore per ammirarmi siano maldestramente indirizzati verso altre torri, quelle che vanno col vento su in montagna. Se ciò dovesse accadere, non sarò più né normanna né sveva, ma eolica.
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