Salvatore Di Giacomo, Sunette antiche
Nannina
Uocchie de suonno, nire, appassiunate,
ca de lu mmele la ducezza avite,
pecché, cu sti guardate che facite,
vui nu vrasiero mpietto m'appicciate?
Ve manca la parola e mme parlate,
pare ca senza lacreme chiagnite,
de sta faccella ianca anema site,
uocchie belle, uocchie doce, uocchie
affatate!
Vuie, ca nziemme a li sciure v'arapite
e nziemme cu li sciure ve nzerrate,
sciure de passione mme parite.
Vuie, sentimento de li nnammurate,
mm'avite fatto male e lu ssapite,
uocchie de suonno, nire, appassiunate.
22 gennaio
2007
Mogol (+ Battisti)
Io vorrei...non vorrei...ma
se vuoi
Dove vai quando poi resti sola?
Il ricordo, tu lo sai, non consola
Quando lei se ne andò, per esempio,
trasformai la mia casa in un tempio
E da allora solo oggi non farnetico
più
a guarirmi chi fu ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei...non vorrei...ma se vuoi
Come può uno scoglio arginare il mare
anche se non voglio torno già a volare
Le distese azzurre e le verdi terre
le discese ardite e le risalite
su nel cielo aperto e poi giù il deserto
e poi ancora in alto con un grande salto
Dove vai quando poi resti sola?
Senza ali, tu lo sai, non si vola
Io quel dì mi trovai, per esempio,
quasi sperso in quel letto così
ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
io la morte abbracciai
ho paura a dirti che per te
mi svegliai fra noi solo un passo
Io vorrei...non vorrei...ma se vuoi
Come può uno scoglio...
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19 gennaio
2007
Giovanni Pascoli
Lavandare
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un aratro senza buoi che pare
dimenticato, tra il vapor leggiero.
E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene.
Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
quando partisti, come son rimasta!
come l'aratro in mezzo alla maggese.
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18 gennaio
2007
Giuseppe Ungaretti, Leggende
Dove la luce
Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati
Le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
E del male e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.
L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo. |
17 gennaio
2007
Salvatore Di Giacomo, Canzone
Palomma 'e notte
Tiene mente sta palomma
comme gira, comm'avota,
comme torna n'ata vota
sta ceroggena a tentà!
Palommè, chisto è nu lume
nun è rosa o è gesummino,
e tu a fforza ccà vicino
te vuò mettere a vulà!...
Vattenne 'a lloco!
Vattenne, pazzarella!
E torna e torna all'aria
accussì fresca e bbella...
'O bbi' ca i' pure
mm'abbaglio chiano chiano,
e ca mm'abbruscio 'a mano
pe te ne vulé caccià.
[...]
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16 gennaio
2007
Fernando Pessoa, Quartine di gusto
popolare
1
Le canzonette portoghesi
sono come navi sul mare -
vanno da un'anima all'altra
con rischio di naufragare.
33
Ebbi un fiore da dare
a chi non osai dire
che le volevo parlare,
e il fiore dovette morire.
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15 gennaio
2007
WYstan Hugh Auden, Un altro tempo
A Chester Kallman
Tutto solo ogni occhio piange
se l'Io Voglio non s'infrange.
Ma l'Io Voglio può cadere,
non avendo un senso che
basti a vincere l'Io So,
ma l'Io Voglio può cadere.
Così ogni Io s'incontra e cresce,
l'Io Sono è reso Io Amo,
l'Io Non Ho Io Sono Amato,
così ogni Io s'incontra e cresce.
Se l'Io Voglio non s'infrange,
tutto solo ogni occhio piange.
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12 gennaio
2007
Arthur Rimbaud
D'inverno ce ne andremo in un vagone rosa
Con dei cuscini blu.
Staremo bene. Un nido di baci folli posa
Dove ti siedi tu.
E abbasserai le palpebre per non veder dal vetro
Fare smorfie le ombre della sera.
Queste mostruosità ringhiose, branco tetro
Di lupi neri e diavolaglia nera.
A un tratto sulla guancia ti sentirai graffiata...
Un bacio come un folle ragnetto che s'agguata
Nel collo scenderà...
E tu mi dirai: «Cerca!» reclinando la testa,
E a lungo cercheremo quella bestiola lesta
Che molto viaggerà...
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11 gennaio
2007
Giovanni Pascoli, Canti di
Castelvecchio
La guazza
Laggiù, nella notte, tra scosse
di un lento sonaglio, uno scalpito
è fermo. Non anco son rosse
le cime dell'Alpi.
Nel cielo d'un languido azzurro,
le stelle si sbiancano appena:
si sente un confuso sussurro
nell'aria serena.
Chi passa per tacite strade?
Chi parla da tacite soglie?
Nessuno. È la guazza che cade
sopr'aride foglie.
Si parte, ch'è ora, né giorno,
sbarrando le vane pupille;
si parte tra un murmure intorno
di piccole stille.
In mezzo alle tenebre sole,
qualcuna riluce un minuto;
riflette il tuo Sole, o mio Sole;
poi cade: ha veduto.
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10 gennaio
2007
Federico García Lorca, Poesie
Paese
Sul monte nudo
un calvario.
Acqua chiara
e ulivi centenari.
Lungo i vicoli
uomini intabarrati
e sulle torri
banderuole che girano.
Eternamente
girano.
Oh, paese perduto
nell'Andalusia del pianto!
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9 gennaio
2007
Dante Alighieri, Rime
XVII
Deh, Violetta, che in ombra d'Amore
negli occhi miei sì subito apparisti,
aggi pietà del cor che tu feristi,
che spera in te e disïando more.
Tu, Violetta, in forma più che umana,
foco mettesti dentro in la mia mente
col tuo piacer ch'io vidi;
poi con atto di spirito cocente
creasti speme, che in parte mi sana
là dove tu mi ridi.
Deh non guardare perché a lei mi
fidi,
ma drizza li occhi al gran disio che m'arde,
ché mille donne già per esser tarde
sentiron pena de l'altrui dolore.
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8 gennaio
2007
William Shakespeare, Sonetti
5
Quelle ore che con lavoro gentile modellarono
l'amabile sembiante su cui ogni occhio indugia
proprio contro quello si faranno tiranne,
togliendo bellezza a chi nella bellezza eccelle;
poiché il mai fermo Tempo spinge l'estate innanzi
nell'orrido inverno e ve lo affonda,
linfa arrestata dal gelo e forti foglie perdute,
bellezza sommersa da neve, e nudità dovunque.
Se non restasse allora l'essenza dell'estate,
liquida prigioniera chiusa in muri di vetro,
l'effetto di bellezza si perderebbe insieme alla bellezza,
sparita quella e anche il suo ricordo.
Ma i fiori distillati, pur se incontrano l'inverno,
non perdon che la mostra; la sostanza ne vive ancora dolce.
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6 gennaio
2007
Gabriele D'Annunzio
I Magi
Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
O nova meraviglia!
O fiore Maria!
Passa la melodia
e la terra s'ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre,
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso e oro.
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5 gennaio
2007
Costantino Kavafis, Poesie
I sapienti ciò che s'avvicina
Gli uomini sanno le cose presenti.
Gli dei conoscono quelle future,
assoluti padroni d'ogni luce.
Ma, del futuro, avvertono i sapienti
ciò che s'appressa. Tra le gravi cure
degli studi, l'udito ecco si turba
d'un tratto. A loro giungono le oscure
voci dei fatti che il domani adduce.
Le ascoltano devoti. Fuori, per via, la turba
non sente nulla, con le orecchie dure.
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4 gennaio
2007
Eugenio Montale, Ossi di seppia
Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
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3 gennaio
2007
Evgenij Evtusenko
La terza neve
Guardavamo! dalle finestre, là
dove i tigli
si stagliavano neri
nella profondità del cortile.
Sospirammo -
ancora, la neve non veniva,
ed era tempo, ormai
era tempo ...
Essa
giù dall'alto dei cieli
volava
a seconda del vento,
e nel volo
oscillava.
A falde sottili come lamine,
fragili,
era confusa di se stessa.
La prendevamo delicatamente nelle
mani
e
stupivamo:
dunque,
era quella la neve?
Ma la neve ci rassicurava.
''Verrà, io lo so,
verrà
la neve vera.
Non vi turbate -
mi scioglierò, non
inquietatevi
subito..."
Dopo sette giorni
venne la neve nuova.
Non venne -
precipitò.
Cadeva così fitta, da non potere
tenere aperti gli occhi,
a tutta forza
vorticava in cerchio, mugliando.
Con pervicace ostinazione
voleva inseguire il trionfo
perché tutti dicessero concordi:
sì, è lei, la
neve
vera, che non dura un sol
giorno
o due.
Ma disperò
di sé,
non resistette
e si diede per vinta.
E se non si scioglieva tra le mani
si scioglieva
sotto
i piedi ...
E noi inquieti, ansiosi
sempre più spesso
scrutavamo l'orizzonte: quando
quella vera verrà?
Perché era tempo,
era tempo ...
E un mattino
appena alzati, pieni di sonno,
ignari ancora,
d'improvviso aperta la porta,
meravigliati, la calpestammo.
Posava, alta e pulita
in tutta la sua tenera semplicità.
Era
timidamente fastosa,
era
fittissimamente di sé sicura.
Giacque
in terra
sui tetti
e stupì tutti
con
la sua bianchezza.
Ed era davvero tanta
ed era davvero bella.
Cadeva e cadeva
nel baccano dell' alba
fra il rombo delle macchine
e lo sbuffare dei cavalli,
e sotto i piedi non si scioglieva,
anzi diventava più compatta.
Giaceva
fresca e scintillante
e ognuno ne era abbagliato.
Ed era lei, la neve. La vera.
L’aspettavamo.
Era venuta.
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1 gennaio
2007
Pablo Neruda
Ode al giorno felice
Questa volta lasciate
che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo
che sono felice
fino all'ultimo angolino
del cuore, camminando,
dormendo o scrivendo.
Che posso farci, sono
felice.
Sono più sterminato
dell'erba
nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l'acqua sotto,
gli uccelli in cima,
il mare come un anello
intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l'aria canta come una chitarra.
Tu al mio fianco
sulla sabbia
sei sabbia,
tu canti sei canto,
il mondo
è oggi la mia anima
canto e sabbia,
il mondo
è oggi la tua bocca,
lasciatemi
sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì, perché respiro
e perché respiri,
essere felice perché tocco
il tuo ginocchio
ed è come se toccassi
la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate
che sia felice,
io e basta,
con o senza tutti,
essere felice
con l'aria e la terra,
essere felice
con te, con la tua bocca,
essere felice.
con l'erba, e la sabbia
essere felice.
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