PRESENTAZIONE LATITUDINE E LONGITUDINE GEOLOGIA CLIMA IDROGRAFIA FAUNA FLORA POPOLAZIONE CENSIMENTO 1981 SETTORE PRIMARIO SETTORE SECONDARIO SETTORE TERZIARIO
CAPITOLO
SESTO
I boschi che
mi
facevano ombra
in tempi
ormai lontani non ci sono
Boschetti di querce, le
mie
piante più caratteristiche e che si
moltiplicano
spontaneamente,
punteggiano
qua e là il mio corpo, come
piccoli,
vezzosi nei.
La speranza di ricoprirmi
di una folta
vegetazione
è riposta nella
cura intensiva che, ad iniziare dalla fine degli
anni sessanta,
il Consorzio di bonifica dell'Ufita,
prima,
e la Comunità
Montana,
dopo,
mi
hanno praticato.
Molte
zone, che erano prive di piante ed
adibite a pascolo,
sono ora fittamente ricoperte di conifere,
gli alberi più usati
per il rimboschimento.
In contrada Lame
Cimino,
sul versante che si affaccia su Ginestra
degli
Schiavoni, pini,
abeti e cipressi
arizonici,
dànno
vita
ad un bosco vastissimo,
là
dove c'era un terreno franoso,
che scivolava pian piano verso il Canale Santoiuorio.
Anche la mia testa,
il
Monte
Calvello,
è
stata sottoposta
ad un "trapianto"
che già
comincia
a dare i suoi frutti,
perché,
sulla
nuca, in
località
Pagliarone e Fontana Fredda, crescono con rapidità
abeti, pini ed ontani. Presto l'appellativo
di Calvello
non
sarà
più
adatto
e bisognerà
sostituirlo.
Un'altra zona in cui l'intervento
della
Forestale
non solo ha
prodotto
un esteso bosco, con una grande varietà
di
piante,
pini,
abeti,
ontani,
querce,
olmi,
frassini,
larici e robinie,
ma
anche
la costruzione
di strade
e la regolazione delle acque meteoriche,
è
quella che comprende
le contrade Piano delle Rose,
Schiavone,
Toppe
Jago Resce
e Piano
Nicola.
Un altro splendido ed ampio
bosco
è
sorto in località
Spineto,
lungo il confine con
Buonalbergo.
Qui sono stati piantati pini,
cipressi,
abeti e querce.
Tutti
questi
boschi si trovano
a Nord
e a Nord-Ovest
dell'abitato
e svolgono
un'importantissima
funzione
in difesa
del
suolo.
Proprio per
fermare
il
lungo filone di argilla che
inizia
da
Difesa della
Terra
e avanza
fino
al Torrente della Ginestra,
sono
stati
piantati,
nei pressi
della
Fontana San
Giacomo,
numerosissimi
pini
(neri,
rossi,
marini),
ontani, abeti, cipressi,
cedri,
robinie,
aceri
e querce.
Se
i piromani
non
interverranno
e le processionarie
non
provocheranno
la
morte
dei
pini,
fra qualche anno potrò
vantarmi
di possedere
i
migliori
boschi di tutto il circondario, da fare invidia
a quello,
ora
tanto
famoso,
di
Castelfranco.
A penetrarmi con le loro radici e a succhiarmi la linfa vitale
vi sono anche molti pioppi, che sventolano le loro foglie irrequiete
vicino alle sorgenti e ai corsi d'acqua, olmi, decimati negli
ultimi
anni da una malattia, aceri e salici, i cui rami, per la loro flessibilità,
sono usati come legacci e per realizzare cesti e "spase".
La vegetazione spontanea
è tipicamente mediterranea, con
la prevalenza della "lenta”
ginestra, usata per farne
scope e fascine per bruciare le setole dei maiali; del rovo, che
offre d'estate invitanti more lungo tutte le siepi, del natalizio
pungitopo, dalle bacche rosse; del pruno, con le sue spine
acuminate; del mirtillo, che dà frutti di colore nero-bluastro;
del primaverile biancospino.
Abbastanza diffuse sono anche le piante aromatiche, alloro, origano, rosmarino e le erbe
officinali, quali la borragine, la menta, la malva, l'ortica, la salvia, la rucola, la liquirizia e la
camomilla.
Una volta offrivo frutta a volontà, poi, con l'arrivo dei trattori e dei fruttivendoli, molti alberi sono stati sradicati, perché costituivano un ostacolo o erano ritenuti ormai inutili. Gli alberi prima più diffusi erano quelli che davano frutti che potevano essere conservati e consumati durante l'inverno. Ora tra le piante da frutto sono rimasti abbastanza numerosi i meli, i peri, i fichi, i noci, i mandorli, i ciliegi e i prugni. Non molti sono, invece, gli esemplari superstiti di gelsi, che come lari pomestici proteggevano gli ingressi delle masserie, di cachi, di peschi, di noccioli, di nespoli e di susini. Più rari sono i sorbi, i castagni, i melograni e i cotogni.
Vigneti
ed uliveti di piccole dimensioni
sono disseminati
un po'
su
tutto il mio territorio, ma, nonostante l'incremento
di queste
colture
avvenuto da
qualche
anno, la produzione locale di vino e di olio
è
ancora insufficiente per il consumo interno.
Il verde abbonda
nel mio centro abitato. Filari di ligustri fiancheggiano
i viali ed alcuni giardinetti con aghifoglie, robinie,
magnolie
ed altre piante aggiungono
leggiadria al
mio
aspetto.
Il mio suolo, inoltre,
è prodigo di erbe commestibili,
soprattutto cicorie,
"cardilli" e "maraciuoli", assai ricercate
per il
loro sapore e per le loro qualità, di asparagi tenerissimi e di funghi
di tutte le specie, da "cardarielli", i più apprezzati,
ai
porcini,
dalle famigliole
ai prataioli, che sono, però,
monopolio di pochi accaniti e specializzati ricercatori. |