PRESENTAZIONE LATITUDINE E LONGITUDINE GEOLOGIA CLIMA IDROGRAFIA FAUNA FLORA POPOLAZIONE CENSIMENTO 1981 SETTORE PRIMARIO SETTORE SECONDARIO SETTORE TERZIARIO
CAPITOLO SETTIMO
P O P O L A Z I O N E
Ne è
vissuta di gente sul mio
territorio dai primi
insediamenti
fino ad oggi.
Attualmente (31 dicembre 1986) ospito 2.205 abitanti (1.099
maschi e 1.106 femmine).
La densità
è
di 78,8 ab. per Kmq, ognuno di
essi ha, pertanto, parecchio spazio a disposizione.
Ricercando nei registri custoditi negli archivi, potrei
darvi dei
dati precisi sul movimento della
mia
popolazione nel corso degli
ultimi
secoli, ma finirei per annoiarvi.
Mi
limiterò, perciò, a
presentarvi le cifre degli ultimi
quindici anni, a partire
dal censimento
del 1971, aggiungendovi alcune riflessioni.
Il
diagramma
della pagina seguente evidenzia il decremento
e
l'incremento
della popolazione nel corso degli anni dal 1972 al
1986. Balza subito agli occhi il calo dei miei abitanti nel 1981,
quando si tocca la quota più bassa,
2.129, e si conclude una fase
di discesa iniziata nel I979. Devo ricordare, però, che il dato del
1981
è
stato fissato in seguito al 12° Censimento generale della
popolazione, svoltosi il 25 ottobre di quell'anno. Dal 1982
si
è
avuta, invece, una ripresa, con l'aumento costante negli anni più
recenti, fatta eccezione per l'ultimo. In precedenza l'andamento
è
stato regolare, con oscillazioni lievi in più o in meno.
Il più alto numero
di abitanti l'ho avuto negli anni 1977, '78, '79, quando essi hanno
raggiunto
cifre più elevate in confronto alle attuali; nel '78 è
stato
toccato l'apice (2.271 ab).
Per comprendere
le cause delle variazioni, soprattutto di quelle
negative, è
necessario analizzare i dati
relativi alle nascite, alla
mortalità,
all'emigrazione
e all'immigrazione.
NASCITE
- Il
diagramma delle
nascite
ha un andamento irregolare,
con alti e bassi che si susseguono quasi alternativamente
da un
anno all'altro.
La media annuale
corrisponde
a 30,8 nati; essa
è
stata
superata nel
1974,
nel 1976, nel 1977 e negli ultimi anni,
tranne
nel 1986.
Fatta
eccezione per il 1976, il 1978 e il 1980, l'aumento
delle nascite coincide
con l'incremento
del
numero
complessivo
degli abitanti.
Particolarità
interessanti si
notano
anche nei
grafici delle
nascite
dei
maschi
e delle
femmine.
Le
donne partono in testa,
ma
durante il
percorso
sono più volte sorpassate
dai maschi,
che
dal 1976
al 1979 hanno sempre
fatto l'andatura
e raggiungono
il traguardo con un ampio margine di vantaggio,
ben 16 lunghezze.
Le neonate hanno
avuto un exploit
nel
1980,
quando anch'esse
hanno distanziato
i
maschi
di 16 unità.
Negli
ultimi
cinque anni maschi e femmine
si sono alternati al comando.
Nei
quindici anni presi in esame
si sono
avute
complessivamente
460 nascite,
con
una lieve
maggioranza
di
maschi,
236 contro 224, 12
in
più.
Nel diagramma
del
tasso
di
natalità
si evidenzia l'andamento
alternativo delle nascite dei maschi e delle femmine
e appare chiara l'ampiezza raggiunta
dalla forbice negli anni 1980 e 1986.
Siccome
nell'ultimo
anno l'equilibrio
delle nascite si è alterato
a favore
dei maschi, è possibile ipotizzare
che nell'anno
in corso ci sarà un maggior
numero
di nati
di sesso femminile.
Dai calcoli sui dati del
1986
si desume
che
c'è
una differenza
percentuale del 57,3
a favore dei
nati maschi e che il tasso
di natalità
è
pari
al 12,6 x 1.000
ab.,
superiore
a quello
medio
italiano
che
è stato
di 10,1
nel 1985 e di 9,6 nel primo
semestre
del 1986.
MORTALITÀ·
-
Ai miei orecchi non
giungono soltanto
i vagiti di nuove vite, ma anche gli ultimi respiri di chi vuole
trovare pace nel mio seno.
Ogni anno in media 22 dei miei figli vengono accompagnati all'ultima
dimora. In questi
quindici anni ben 332 di essi,
anziani e giovani, uomini e donne,
hanno smesso di percorrere le mie strade.
Nel quindicennio preso in esame,
gli
uomini morti hanno superato di parecchio le donne, 181 contro
151, 30 in più.
Seguendo la linea della
mortalità maschile si incontrano tre cime
corrispondenti agli anni 1980, la più alta, al 1984 e al 1974, le
altre due. I punti più bassi
si riferiscono agli anni '72 e '73, quando i morti maschi sono stati
soltanto 6.
La media annuale
è
di 12 uomini scomparsi.
Per quanto riguarda le
donne, la curva ha un andamento più regolare:
si notano un minimo nel
'78,
due
morte,
e un massimo
nel
1983,
venti morte. Per gli altri anni le cifre si discostano di poco dalla
media, che è
di circa IO donne morte all'anno.
Nel diagramma che confronta i tassi di mortalità maschile e
femminile si rileva che il divario maggiore si è avuto negli anni
1980 e 1983: nel primo la differenza è di 10 morti a sfavore degli
uomini, nel secondo è di 10 a sfavore delle donne.
NATALITÀ
E
MORTALITÀ
- Confrontando i dati relativi
alle
nascite
e
alle
morti
degli anni
dal 1972
al 1986,
si vede
che
c'è
una differenza
a favore dei
nati di 128
unità (460
nati-332
morti).
In
tutti
questi
anni il numero dei nati è stato sempre
superiore
a quello dei morti, alcune volte soltanto di poco, uno in più nel
1979
e due nel
1980,
altre
volte con un divario notevole, come nel
1972,
nel 1977
e nel 1978,
quando la differenza risulta
maggiore del doppio.
Altri particolari si possono scoprire confrontando
i nati e i morti
a seconda del sesso.
Complessivamente nel corso degli ultimi quindici
anni
i
nati maschi sono stati
236
e i
morti
181,
con una
differenza
a favore delle nascite di
55
unità. Fatta
eccezione per il
1975,
quando il
conto è stato pari, e per il
1979
e il 1980,
quando
i morti
sono stati più dei nati, in tutti gli altri periodi
la natalità
dei maschi è stata superiore alla mortalità.
Il divario
maggiore
è stato raggiunto
nel 1977,
undici nati in più.
Le
femmine
nate in più rispetto a quelle morte raggiungono
la cifra di
73 (224 nate - 151
morte). Soltanto in due anni, nel
1983 e nel 1986,
le morte hanno superato, sia pure
di poco, le nate. Il divario più elevato si riscontra negli anni
1980 (+ 14 nate) e 1985 (+ 12 nate).
Calcolando
il numero
delle nascite e delle morti di entrambi i sessi
si ottiene
un saldo attivo naturale di
18
unità a favore delle donne, nel
corso dei quindici anni esaminati.
EMIGRAZIONE-
Che
io
sia
uno
dei
tanti paesi1del
Meridione
d'Italia che
è stato salutato
con
le lacrime
agli occhi da centinaia e centinaia
dei suoi abitanti,
partiti in cerca di lavoro per le Americhe,
per
la Svizzera,
per la Germania
e per
il Nord, è cosa nota e non ho più la forza di lamentarmene
ancora.
Anche perché il fenomeno
migratorio non ha più le dimensioni
di
una
volta.
Basta
constatare che,
negli ultimi quindici
anni,
gli emigrati
sono stati soltanto 63 più degli
immigrati.
Inoltre,
molti di coloro che non hanno
più
la residenza qui da me
non
sono andati lontano,
ma
vivono nei paesi vicini.
Il
diagramma
relativo all'emigrazione
mostra degli
alti e dei bassi con una tendenza a
scendere,
che nell'ultimo
quinquennio
si è invertita soltanto
nel
1985,
quando si è avuta un'impennata
che ha riportato il valore prossimo a quelli degli anni con il
tasso
più
elevato (64
unità nel
'73
e nel
'77).
I dati relativi al 1972 e al 1981
escono fuori dalla norma
e sono conseguenza degli aggiustamenti
prodotti dai censimenti.
Il numero
degli
abitanti
che
sono andati via oscilla tra un
massimo
di 64 e un minimo di 27, nel 1972, con una media di 54 unità all'anno,
la quale scende,
però,
a
48,9 se si escludono i due anni che abbiamo
considerato
“eccezionali".
In totale le persone emigrate
dal 1972 al 1986
risultano
810. Ad abbandonarmi
sono state più le donne,
412, che gli uomini,
398,
con una differenza
di 14 unità.
I luoghi dove i miei cittadini si sono
trasferiti sono,
come già
ho ricordato, diversi.
La
colonia più numerosa
è quella fondata
e ancora operante a Torino e nelle località limitrofe.
In Italia
non c'è regione
in cui non si trovino Casalboresi,
molti dei
quali
hanno
fatto fortuna grazie
alle loro capacità
e al loro
impegno.
Tra i Paesi esteri al primo posto c'è la Svizzera.
L'emigrazione ha interessato tutte le categorie di lavoratori e
tutti i ceti sociali. Ad emigrare sono stati in prevalenza i
contadini e gli operai, accompagnati, però, da un rilevante numero
di diplomati
e di laureati.
Si sta ora assistendo al rientro di alcuni emigrati, che hanno
trovato conveniente investire nel loro paese natale i risparmi accumulati
durante gli anni di lavoro trascorsi altrove.
La mia economia ha beneficiato molto negli anni passati delle
rimesse degli emigrati ed ora si avvale della loro intraprendenza.
IMMIGRAZIONE
- Tanta gente mi ha lasciato,
ma quasi altrettanta ha voluto venire o tornare a vivere qui da me.
Lo confermano le cifre.
Anche per quanto riguarda gli
immigrati,
le curve dei
maschi
e delle femmine
hanno lo stesso andamento,
fatta eccezione per il 1976, quando gli uomini sono aumentati e le
donne diminuite, e per
l'anno successivo, quando si
è
verificata la situazione inversa.
Non ho la possibilità di esporre dati precisi circa la "natura"
delle immigrazioni,
ma si può ipotizzare che
siano
conseguenza
di tre
diverse
cause: lavoro, amore,
pensionamento.
Per
lo più si tratta
di emigrati
di ritorno o di persone
che
hanno contratto
matrimonio
con qualcuno dei miei abitanti.
Comparando
i due fenomeni,
emigrazione
ed immigrazione,
si rileva che
gli emigrati
sono più degli immigrati,
810 contro 747, con una differenza
di 63 unità, e di queste le
femmine
sono 33 e i
maschi
30.
ANNO 1986
– Negli ultimi tre anni la popolazione riguardo al sesso è stata così
ripartita:
Donne e uomini,
almeno
nelle cifre che mi riguardano, hanno
raggiunto una quasi completa
parità.
I
dati dello scorso
anno
(1986) relativi alla natalità
e
alla
mortalità
evidenziano, invece, il prevalere
dei maschi:
57,3%
in
più i nati;
21,6%
in
più i morti.
Il
tasso di natalità corrisponde al 12,6 per 1.000
ab, che è
più
alto di quello medio italiano che
è
stato del 10,1 nel 1985 e del
9,6 nei primi sei mesi
del
1986.
Anche il tasso di mortalità, pari a 10,4 per 1.000 ab.,
è
maggiore
di quello
nazionale
del 1985, 9,5 e di quello del
primo
semestre
del
1986, che è
di 10,1.
Il
saldo naturale raggiunge il 2,2
per 1.000 ab., che
è
positivo e
in contrasto con quello della nostra nazione che nel 1985
è
stato
pari
allo 0,6 e che nel semestre gennaio-giugno
1986
è
sceso a - 0,5.
Gli
iscritti
nelle liste elettorali sono 1.886,
952 femmine
e 934
maschi,
pari all'85,5%
dell'intera popolazione. |