PRESENTAZIONE LATITUDINE E LONGITUDINE GEOLOGIA CLIMA IDROGRAFIA FAUNA FLORA POPOLAZIONE CENSIMENTO 1981 SETTORE PRIMARIO SETTORE SECONDARIO SETTORE TERZIARIO
CAPITOlO TERZO
C L I
M
A
In linea d'aria sono distante dal Tirreno e dall'Adriatico circa Km 70,
mentre il percorso stradale è di Km 100. Tra me e il Tirreno si
frappongono il Partenio e la Dormiente del Sannio; i
monti
della Daunia
mi
separano
dall'Adriatico.
Il mio, quindi,
è
un clima subcontinentale, rigido in inverno e abbastanza caldo in
estate. La temperatura,
però,risente
dell'altitudine, pertanto, in estate non si raggiungono punte elevate,
anche per la presenza dei venti che spirano di continuo.
Il mese più freddo
è
senza dubbio Gennaio, mentre le temperature
più alte si raggiungono tra la fine di Luglio e l'inizio di Agosto.
La media annuale
è
intorno ai 10°. Le minime medie non scendono al di sotto dello zero e le
massime si mantengono tra i 20° e i 25°.
La temperatura minima registrata risale al 1956, -11°.5, quando durante
il mese di Febbraio ci furono abbondanti nevicate, la massima
al Luglio del 1939, 35°.8.
Le piogge non sono molto frequenti. Il periodo di maggiore piovosità è
compreso tra l'autunno e l'inverno. A primavera le piogge si fanno
scarse e nei mesi estivi si verifica soltanto qualche breve temporale
isolato.
Quasi ogni anno sono lapidato dalla grandine, che procura danni notevoli
alle colture.
La neve cade di frequente nei mesi di Gennaio
e di Febbraio, creando
non
pochi
problemi alla circolazione degli autoveicoli, sia
perché
il vento l'accumula
in alcuni posti, sia perché le strade del centro urbano e quelle
interpoderali sono tutte in pendenza.
Le prime nevicate si sono verificate, a volte, alla fine di Novembre, le
ultime durante il
mese
di Aprile.
Frequentissimo nei mesi invernali
è
il fenomeno
della brina, che
qualche volta assume l'aspetto di una vera e propria caduta di neve.
Molto
rara
è, invece, la presenza della nebbia, che ,anche se talvolta, si forma si
dirada in poco tempo.
Eolo deve avere un
pied-à-terre
nel mio territorio, poiché sono pochi
i giorni dell'anno in cui non ci sia vento. "Oria" (Borea) e "Faugno"
(Favonio - Libeccio) si lottano e si alternano sul mio cielo; quando
vince il primo, che spira da Nord-Est, l'aria si raffredda, il clima si
fa secco, il cielo si rasserena, il sole e le stelle splendono in tutto
il loro fulgore e di notte le luci dei paesi vicini e lontani sono
vividissime; quando sopravanza il secondo, che soffia da Sud-Ovest, il
cielo si rabbuia, la temperatura sale, come
l'umidità, e quasi sempre cade la pioggia. Tra i due si intromette,
solo a volte per fortuna, il terribile "Scorciacrape"
(Scuoiacapre).
Si tratta del
Maestrale,
vento di Ovest-Nord-Ovest, che prima
di giungere qui a fischiare e a roteare fra i rami e a respingere
il fumo nei
camini, fa un pieno di freddo sopra i
monti
del
Matese
e mi porta la neve e piogge gelide.
La presenza costante dei
venti influisce sulle abitudini dei miei abitanti,
i quali, se non portano
il capo coperto, le donne dal “maccaturo"
o dallo scialle nero, gli uomini
da cappelli
e da coppole,
e se non sono calvi, come
tanti, hanno sempre i capelli
scompigliati e quando escono dalle
loro abitazioni si coprono
quanto
più possono
e offrono il fianco alla corrente.
Il fatto che io sia esposto così
tanto ai venti
mi
può
procurare
anche
dei vantaggi.
Penso alla possibilità di costruire impianti
eolici
per la produzione
di energia elettrica. Uno di essi,
anzi,
fa già
da qualche anno bella mostra di sé nei pressi
del laghetto
del
Frascino, e, secondo il progetto della Cassa per il
Mezzogiorno
che
lo ha
realizzato, dovrebbe fornire l'energia
necessaria
al
funzionamento
della vicina stalla sociale.
Per ora le sue
pale
sono
immobili,
nell'attesa, forse, di un
don
Chisciotte che
dia
loro
la
spinta
iniziale.
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