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24 novembre
2008
Mogol (+Battisti)
L'aquila
Il fiume va
guardo più in là
un'automobile corre
e lascia dietro sé
del fumo grigio e me
e questo verde mondo
indifferente perché
da troppo tempo ormai
apre le braccia a nessuno
come me che ho bisogno
di qualche cosa di più
che non puoi darmi tu
un'auto che va
basta già a farmi chiedere se io vivo
Mezz'ora fa
mostravi a me
la tua bandiera d'amore
che amore poi non è
e mi dicevi che
che io dovrei cambiare
per diventare come te
che ami solo me
ma come un'aquila può
diventare aquilone
che sia legata oppure no
non sarà mai di cartone
cosa son io non so
ma un'auto che va
basta già a farmi chiedere se io vivo
basta già a farmi chiedere se io vivo
Il fiume va - sa dove andare
guardo più in là - in cerca d'amore
un'automobile corre - non ci son nuove terre
e lascia dietro sé
del fumo grigio e me
e questo verde mondo - nel quale mi confondo
indifferente perché
da troppo tempo ormai
apre le braccia a nessuno
come me che ho bisogno
di qualche cosa di più
che non puoi darmi tu
un'auto che va basta già a farmi chiedere se io vivo
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6 novembre
2008
Sandro
Penna
Scuola
Negli azzurri mattini
le file svelte e nere
dei collegiali. Chini
sui libri poi. Bandiere
di nostalgia campestre
gli alberi alle finestre.
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5 novembre
2008
Leigh
Hunt
La Rosina mi baciò
La Rosina mi baciò quando mi vide
Balzando dalla sedia incontro a me;
O tempo ladro che ami infilar dolcetti
Nella tua
collana, mettici anche questo
Di' pure che son stanco, che son triste,
Di' pure che mi fan cilecca la salute e gli ori,
Di' che son vecchio, ma mettici anche questo:
La Rosina mi baciò, quando mi vide.
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3 novembre
2008
Umberto
Saba, Il Canzoniere
Goal
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce,
con parole e con mano, a rivelarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla
- unita ebbrezza - par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la
rete involata il portiere
- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
della festa - egli dice - anch'io son parte.
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31 ottobre
2008
Giovanni
Pascoli, Myricae
Il lampo
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'aprì, si chiuse, nella notte nera.
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30 ottobre
2008
Vladimir
Solouchin
Il grembiulino bianco
Osservavo da un'alta collina.
Per il prato sommerso nel sole di
maggio andavano a scuola i ragazzi.
Quattro monelli e accanto a loro una sola bambina.
Il suo lindo grembiule luccicava
(come una fresca e grande margherita)
in mezzo al giallo della primavera!
E a un tratto offesero la margherita,
le schizzarono addosso l'acqua di una pozzanghera,
le imbrattarono di sudicie macchie il grembiule
e la costrinsero a piangere.
Restò indietro, si volse e pian piano
si trascinò verso casa.
Splendeva il sole. Le allodole cantavano.
La terra spirava il tepore dell'alba.
Ma la bambina andava, senza scorgere il sole,
senza udire il canto delle allodole in cielo,
senza udire sulla pelle il tepore della terra,
né il bene della terra sotto i piedi.
Come un nero diaframma l'offesa malvagia
le aveva d'un tratto nascosto ogni cosa,
e soltanto una nera amarezza fremeva
nel minuscolo cuoricino buono.
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28 ottobre
2008
Dante
Alighieri, Divina Commedia
Inferno - Canto V (vv.73-96)
I’ cominciai: "Poeta, volontieri
parlerei a quei due che ’nsieme vanno,
e paion sì al vento esser leggeri".
Ed elli a me: "Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno".
Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: "O anime affannate,
venite a noi parlar, s’altri nol niega!".
Quali colombe dal disio chiamate
con l’ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l’aere dal voler portate;
cotali uscir de la schiera ov’è Dido,
a noi venendo per l’aere maligno,
sì forte fu l’affettüoso grido.
"O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l’aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l’universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c’hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che ’l vento, come fa, ci tace.
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27 ottobre
2008
Pablo
Neruda, Poesie d'amore e di vita
La poesia
E fu a quell'età....Venne la poesia
a cercarmi: Non so, non so, da dove
uscì, da quale inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole, né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
all'improvviso tra gli altri,
tra fuochi violenti
o mentre rincasavo solo
era lì senza volto
e mi toccava.
Io non sapevo che cosa dire, la mia bocca
non sapeva
chiamare per nome
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa pulsava nella mia anima,
febbre o ali perdute,
e mi formai da solo,
decifrando
quella bruciatura,
e scrissi il primo verso vago,
vago, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di colui che nulla sa,
e vidi all'improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
l'ombra trafitta,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l'universo.
E io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell'abisso,
ruotai insieme alle stelle,
il mio cuore si distese nel vento.
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24 ottobre
2008
Eugenio
Montale , Mediterraneo
Potessi almeno
costringere
in questo mio ritmo stento
qualche poco del tuo vaneggiamento;
dato mi fosse accordare
alle tue voci il mio balbo parlare: —
io che sognava rapirti
le salmastre parole
in cui natura ed arte si confondono,
per gridar meglio la mia malinconia
di fanciullo invecchiato che non doveva pensare.
Ed invece non ho che le lettere fruste
dei dizionari, e l’oscura
voce che amore detta s’affioca,
si fa lamentosa letteratura.
Non ho che queste parole
che come donne pubblicate
s’offrono a chi le richiede;
non ho che queste frasi stancate
che potranno rubarmi anche domani
gli studenti canaglie in versi veri.
Ed il tuo rombo cresce, e si dilata
azzurra l’ombra nuova.
M’abbandonano a prova i miei pensieri.
Sensi non ho; né senso. Non ho limite.
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23 ottobre
2008
Charles
Baudelaire , Les fleurs du mal
L'uomo e il mare
Sempre il mare, uomo
libero, amerai!
perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
nell'infinito svolgersi dell'onda
l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito
non meno amaro. Godi nel tuffarti
in seno alla tua immagine; l'abbracci
con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
si distrae dal tuo suono al suon di questo
selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete:
uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
mare, le tue più intime ricchezze,
tanto gelosi siete d'ogni vostro
segreto. Ma da secoli infiniti
senza rimorso né pietà lottate
fra voi, talmente grande è il vostro amore
per la strage e la morte, o lottatori
eterni, o implacabili fratelli!
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22 ottobre
2008
Gabriele
D'Annunzio , Rime disperse e stravaganti
Il sogno sparve
La vita un tempo fulgida di sole
e d'azzurro mi parve;
in core mi fiorian gigli e viole:
il sogno sparve!
A 'lume
di quel volto via su l'ali
fuggia da le mie larve:
ahi, non sapea le grandini autunnali,
e il sogno sparve!
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21 ottobre
2008
Arthur
Rimbaud , Una stagione all'inferno
Fame (vv.1-12)
Se ho fame, è solo
di terra e di pietre.
Mi nutro sempre d'aria,
di roccia, di ferro, di carbone.
Fami mie,
danzate. Pascolate, fami,
sul prato dei suoni.
Succhiate il gaio veleno
dei convolvoli.
Mangiate
i sassi spaccati,
le vecchie pietre di chiese;
i ciottoli degli antichi diluvi,
pani sparsi nelle vallate grigie.
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20 ottobre
2008
Jacques
Prévert, Storie e altre storie
Il tenero e rischioso volto dell'amore
Il tenero e rischioso
volto dell'amore
m'è apparso la sera
di un giorno troppo lungo
Forse era un arciere
con l'arco
o forse un musicista
con l'arpa
Io non so più
Io non so nulla
Tutto quel che so
è che m'ha ferita
forse con una freccia
forse con un canto
Tutto quel che so
è che m'ha ferita
e ferita al cuore
e per la vita
scottante oh scottante
ferita dell'amore. |
16 ottobre
2008
Giuseppe
Ungaretti, Sogni e accordi
Eco
Scalza varcando da sabbie lunari,
Aurora, amore festoso, d'un'eco
popoli l'esule universo e lasci
nella carne dei giorni,
perenne scia, una piaga velata.
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15 ottobre
2008
Kostandinos Kavafis, Poesie d'amore...
Andai
Non volli legami. Senza freni andai.
Verso piaceri, in parte reali
in parte roteanti nel pensiero,
andai nella notte illuminata.
E bevvi vini forti, come
bevono i valorosi del piacere.
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13 ottobre
2008
Nazim
Hikmet, Poesie
Sul mare la nuvola rossastra
Sul mare la nuvola rossastra
in mare il battello d'argento
dentro il mare il pesce giallo
in fondo al mare il muschio blu.
Sulla
riva del mare un uomo nudo pensa
devo essere la nuvola
oppure il battello
devo essere il pesce
oppure il muschio.
Né l'uno
né l'altro
né l'uno né l'altro.
Devi essere il mare, vecchio mio,
con la sua nuvola
il suo battello
il suo pesce
e il suo muschio. |
9 ottobre
2008
Stéphane
Mallarmé, Poesie
I fiori
Dalle valanghe d'oro del vecchio azzurro, il primo
giorno e degli astri dell'eterna neve
tu distaccasti allora i grandi calici
per la giovane terre, vergine da disastri.
I cigni dal collo sottile nel fulvo gladiolo
e il lauro divino dei cuori esiliati, vermiglio
al pari dell'alluce puro del serafino,
che tinge l'acceso pudore di aurore calpeste,
il
giacinto ed il mirto dall'immateriale fulgore
e, simile a carne di donna, la rosa crudele,
Erodiade in fiore del chiaro giardino, colei
che d'un violento sangue e radioso s'irrora!
E tu
facesti dei gigli il singhiozzante biancore
che rotolando su mari di sospiri che sfiora,
attraverso l'incenso turchino di spenti orizzonti
sognante s'innalza verso il pianto lunare!
Osanna
con sistri e turiboli, o nostra Signora,
osanna dalle aiuole dei nostri limbi!
E l'eco si smorzi lungo le sere celesti,
estasi degli sguardi, brillare di nimbi!
O Madre,
che nel tuo seno giusto e forte creasti
i calici dondolanti la fiala serbata
di grandi fiori con dentro la profumata Morte
per il poeta che stanco ingiallisce alla vita.
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8 ottobre
2008
Giuseppe
Ungaretti, Sentimento del tempo
Ogni grigio
Dalla spoglia di serpe
alla pavida talpa
ogni grigio si gingilla sui duomi...
Come una
prora bionda
di stella in stella il sole s'accomiata
e s'acciglia sotto la pergola...
Come una
fronte stanca
è riapparsa la notte
nel cavo d'una mano...
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7 ottobre
2008
Dante
Alighieri, Rime
XV (vv.1-10)
Per una ghirlandetta
ch'io vidi, mi farà
sospirare ogni fiore.
I' vidi a
voi, donna, portare
ghirlandetta di fior gentile,
e sovr'a lei vidi volare
un angiolel d'amore umile;
e 'n suo cantar sottile
dicea: "Chi mi vedrà
lauderà 'l mio signore".
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6 ottobre
2008
Salvatore
Quasimodo, Nuove poesie
Già la pioggia è con noi
Già la pioggia è con noi,
scuote l'aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.
Ancora un
anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d'improvviso un giorno.
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4 ottobre
2008
Eugenio
Montale, La bufera e altro
L'anguilla
L’anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia, frusta,
freccia d’Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l’anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito;
l’iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?
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